Fare un passo indietro per essere più forti di prima. Come ho comunicato durante l’emergenza Covid19
Questa foto mi è molto cara, mi ricorda una bellissima vacanza ad Ischia che ho fatto un paio di anni fa. Non è quindi un caso se ho deciso di usarla come copertina di questo articolo perchè per me ha un alto valore simbolico.
Ho deciso di scrivere questo articolo non solo per riportare l’impatto che il Covid19 ha avuto sulla mia professione ( e di riflesso sulla mia vita ) ma anche come ho gestito la mia comunicazione durante questo periodo di incertezza.
Dal punto di vista professionale il Covid19 ha congelato almeno l’80% dei matrimoni che avevo in programma. Non credo serva aggiungere altro, cosa dite?
Dal punto di vista personale è come se l’anno 2020 mi fosse stato scippato da sotto al naso. A volte penso, ingenuamente, che sarebbe giusto che il prossimo anno compissi gli stessi anni che ho compiuto quest’anno; vorrei fare una sorta di reclamo alla vita: dammi indietro l’anno che ho perso, è un mio diritto!
Eppure, sapete cosa vi dico? Non sono mai stata così forte e positiva come in questo periodo. Strano? No, dipende dal mio carattere. Ognuno reagisce in modo diverso “agli scherzi della vita”, io posso raccontare il mio.
Quando vivo una situazione destabilizzante cerco sempre di non farmi sopraffare dalle emozioni. L’iter è sempre lo stesso:
accuso il colpo, realizzo il problema, mi fermo per trovare l’assoluta concentrazione su me stessa, pratico il silenzio e analizzo la migliore risoluzione, agisco con assoluta concretezza senza perdere tempo e arrivo all’obiettivo.
Anche questa volta ho fatto esattamente così. Professionalmente lo dovevo ai miei clienti, che mi hanno affidato l’organizzazione del giorno più importante della loro vita. Non avevo il tempo per tentennamenti, incertezze e destabilizzazioni: i miei sposi cercavano un riferimento e quel riferimento ero io. Mai come questa volta dovevo dimostrare e praticare le mie doti di management, problem solving e self control.
Così mi sono buttata a capofitto nella gestione dei miei clienti. Avevo ben chiaro cosa c’era da fare e avrei voluto passare subito all’azione ma dovevo considerare l’impatto psicologico che questa situazione avrebbe suscitato nei confronti degli sposi. Alla fine non potevo prevedere le loro reazioni e quindi ho lavorato parallelamente su due fronti: all’attività di primo soccorso emotivo nei loro confronti ho affiancato quella atta ad organizzare un planning concreto di riprogrammazione dei loro matrimoni.
In cuor mio avevo compreso perfettamente che non si trattasse di un’emergenza passeggera e che non sarebbe bastato rimandare di un paio di mesi. A livello sanitario la situazione degenerava sempre di più non solo in Italia ma, a catena, anche all’estero: era inimmaginabile una pronta risoluzione.
Terminato il fisiologico e comprensibile stato di shock da parte dei miei clienti sono, così, passata all’azione. Avendo prevalentemente matrimoni da parte di coppie estere, ho rimandato di comune accordo tutto al 2021 scegliendo, ove possibile, lo stesso periodo. Ho trovato grandissima solidarietà da parte dei miei clienti e la cosa mi ha fatto molto piacere.
Mi ha colpito particolarmente una mia sposa australiana con la quale stiamo lavorando da ben due anni al suo matrimonio. Pensate: ora diventeranno 3. La sua lungimiranza, il suo buon senso, il suo amore per Venezia hanno dato vita ad una serie di conversazioni tra di noi di grande umanità che non scorderò mai.
Un grande grazie anche a tutti i fornitori che non senza difficoltà si sono perfettamente adattati a questi rinvii.
Alla luce di ciò che è successo posso affermare che stata un’esperienza professionale importantissima, durissima ( e chi fa il mio lavoro mi potrà capire ) ma di grandissima crescita, che mi è servita per testare la mia proverbiale calma ( ora posso dire con certezza che sono dotata di grande self control 😛 ) e capacità di essere un punto di riferimento verso i clienti e i fornitori. Non so se sono stata brava, questo lo lascio giudicare agli altri, so solo che ho portato a termine la mia missione con dignità, onestà ma soprattutto con la consapevolezza di aver fatto il massimo che potessi fare.
Ora vorrei parlare di un altro aspetto che ha coinvolto la mia professione e cioè la comunicazione.
Comunicare ai tempi del Corona Virus è cosa assai delicata anche perchè un evento simile a questo non era mai accaduto prima d’ora e quindi non abbiamo case histories su cui basarci. La cosa certa è che tutti coloro i quali hanno un’attività si sono interrogati se continuare a comunicare oppure no. In modo particolare, chi ha deciso di continuare a comunicare ha dovuto decidere in che modo farlo, stravolgendo, molto spesso, un piano editoriale definito già da mesi.
Io ho deciso di continuare a comunicare ma l’ho fatto, come sempre, a modo mio. Non ho stravolto più di tanto il mio piano editoriale ma ho pensato comunque a dei contenuti alternativi che non fossero incentrati sul trend topic “come rimandare il matrimonio, come riprogrammare i fornitori, come rivedere il budget ecc ecc ” o sulla ricerca compulsiva quotidiana di fare più dirette possibili. Perchè?
Perchè lo facevano già tutti e il cosiddetto “effetto gregge” non fa per me. Non ho nessun problema a metterci la faccia ma voglio mettercela per creare contenuti di reale valore, che possano essere condivisi e siano importanti per chi mi segue. Non ho dubbi sul fatto che molti sposi, nella fase iniziale della quarantena, abbiano ricevuto contenuti interessanti ma credo, allo stesso tempo, che a lungo andare chi adotta la stessa linea di comunicazione venga svalutato perchè alla fine tutti dicono le stesse cose. Oggi è il giorno 9 maggio 2020 e nessuno del mio indotto ha ricevuto notizie certe e chiare sul futuro: credo che sia arrivato il momento di pretendere delle risposte al fine di comunicare qualcosa di certo ai nostri sposi.
Ho altresì il timore che promuovere troppo i matrimoni nella stagione autunno inverno possa rappresentare un boomerang a livello di comunicazione perchè, se è vero che in quelle stagioni potrebbe esserci un ritorno del virus, questo significherebbe cercare una terza data.
Sono convinta del fatto che mai come ora sia essenziale e saggio “navigare a vista”.
Ho deciso, pertanto, di fare un passo indietro dal punto di vista dell’esposizione massiva e quotidiana sui social in favore di contenuti più selezionati, ma comunque costanti, in risposta ad una effettiva richiesta da parte delle persone: quella di condividere esperienze.
Sono convinta che fare un passo indietro non sia assolutamente qualcosa di negativo ma sia il trampolino di lancio per farne due in avanti in futuro.
Ho avuto l’occasione di intervistare o di essere intervistata da persone che stimo molto e con le quali si è creato un reale scambio di idee e di esperienze; ho anche dato vita, insieme a 6 amiche, a un progetto al femminile che si chiama Fusioni Creative dove, settimanalmente, intervistiamo una libera professionista che è riuscita a fare della propria passione un lavoro.
Alla luce dei fatti posso constatare che gli effetti di questa comunicazione sono stati buoni perchè ho agganciato dei nuovi followers che sono realmente interessati a me, che appoggiano i miei valori di donna e professionista e questo per me vale molto di più di centinaia visualizzazioni. Ho avuto anche la possibilità di approfondire la conoscenza di alcune colleghe e nuovi fornitori del settore e questo è stato prezioso.
E quando non comunicavo o non mi occupavo del mio lavoro?
Ho studiato, cucinato tantissimo, intensificato le relazioni con le amicizie che per me fanno veramente la differenza, ho viaggiato un sacco con la mente e ho riscoperto il potere di una cosa grandiosa: il SILENZIO
Posso dire che mi è andata bene.
Claudia #matrimonidacollezione