25 Marzo 421 – 25 Marzo 2021 Auguri Venezia, 1600 anni!
DOVE C’E’ IL LEONE, C’E’ CASA
I ricordi di quando siamo bambini sono sempre quelli che entrano dentro e si sedimentano; non ti lasciano più, anzi, evolvono e diventano parte integrante della nostra vita.
Ero una bambinetta e rimasi completamente pervasa e affascinata dalla figura del Leone di San Marco. Non mi ha mai intimorita; al contrario una forza magnetica mi ha sempre attratta a lui.
La sua presenza mi rassicura perché mi fa sentire a casa a tal punto che mi rendo conto di quanto il suo “contatto” abbia forgiato il mio carattere.
Di Lui ho fatto mia in particolar modo la fierezza.
Essere fieri significa avere la consapevolezza dei propri valori, della propria personalità e del proprio onore, significa anche non scendere a compromessi con nessuno, né tanto meno cercare il consenso di tutti, perché la dignità e l’etica sono le prime cose che per me contano. Quindi grazie Leone!
E’ il forte attaccamento verso la mia città che mi ha portato a scrivere questo post perchè il 25 marzo 2021 Venezia ha compiuto 1600 anni.
Venezia è sempre stata un simbolo di accoglienza e contaminazioni culturali.
Saranno sempre benvenuti tutti coloro che vorranno fare delle proprie diversità un punto di unione nel pieno rispetto dell’identità culturale ed artistica che questa Città, come patrimonio dell’Umanità, chiede solo di rispettare.
I festeggiamenti dureranno un anno.
Ho voluto dedicare una settimana di pubblicazione a Venezia sul mio canale Instagram e con grande piacere vado a riportare in questo articolo ciò di cui abbiamo parlato.
Certo, in una settimana è impossibile parlare di Venezia nella sua totalità. Io mi sono limitata a descrivere alcune zone, curiosità e usanze della città che mi sono molto care o mi suscitano simpatia perché legate a ricordi o suggestioni personali.
L’ARSENALE DI VENEZIA
La Repubblica Serenissima basava la sua gloria sullo strapotere navale e commerciale. Va da sé che, al contrario di quello che pensano tanti, il cuore pulsante della città non fosse la Piazza San Marco bensì l’Arsenale perché è qui che venivano costruite le navi.
Un complesso grandissimo che ricopriva, e ricopre, un decimo della città di Venezia ed era circondato da mura altissime al riparo dagli occhi indiscreti delle spie.
“Arsenale” deriva da “arsene” che erano gli squeri dove venivano costruite le imbarcazioni.
A pieno regime ci lavoravano 3800 uomini su 80 cantieri aperti. Quanto vorrei avere la macchina del tempo per “fare un salto” nel 1500, posizionarmi sul canale di uscita dell’Arsenale e assistere alla magnificenza e perfezione cantieristica delle nuovissime navi che uscivano dirette, alcune, verso Oriente per commerciare, altre, per difendere la Città dai Turchi, acerrimi nemici dei Veneziani. Vi immaginate che confusione elettrizzante ci sarà stata?
L’Arsenale era completamente autonomo, non aveva bisogno di niente. Oltre le navi era in grado di produrre anche le vele e le gomene e tutto ciò che serviva per armare le navi. Al suo interno lavoravano tutte le maestranze fondamentali: fabbri, muratori, stagnini, pompieri, falegnami tagliatori, tessitrici, maestri d’ascia, cordai…Non dava da lavorare solo ai veneziani ma anche ai “sudditi” della terraferma. Il legno per costruire le navi arrivava in laguna via acqua dal Cadore, dal Montello, dal Cansiglio ma anche dalla Dalmazia e dall’Istria.
Provate ad immaginare all’organizzazione che c’era dietro, alle capacità gestionali, all’integerrima disciplina: ai ladri venivano tagliate le mani, a chi non sorvegliava bene veniva bruciato un occhio, la pena di morte era inferta a chi imbrogliava.
Metodi che oggi ci fanno inorridire ma che all’epoca erano gli unici che permettessero al meccanismo di non incepparsi.
Senza l’Arsenale, Venezia non sarebbe diventata un impero.
Oggi l’Arsenale, che invito a visitare, è sede del museo storico navale, ospita la Biennale Arte e il Salone Nautico.
E’ anche possibile affittare gli spazi per eventi pubblici ed esclusivi party privati. Le stanze dell’Arsenale sono, infatti, una perfetta tela bianca da plasmare come suggestiva ambientazione per sfilate, matrimoni, feste di ogni tipo.
L’Arsenale si trova nel sestiere di Castello una delle zone più vive ed autentiche di Venezia che deve essere assolutamente visitata. Lì la vita quotidiana si svolge immutata da sempre. Le calli e le corti sono estensione della propria abitazione, una zona tranquilla lontana dal frastuono del centro.
Tipico di Castello sono i panni stesi. I tiranti per la biancheria, a Venezia, sono opere di ingegneria. Si diramano attraverso calli, corti, campi e canali con l’unico obiettivo di andare da una parte all’altra delle mure delle abitazioni.
Uno spettacolo per la vista!
LA LEGGENDA DEL PONTE DI RIALTO
La prima pietra del ponte di rialto fu posata l’8 giugno 1588 (prima era un ponte levatoio di legno) e fu ultimato in circa tre anni.
Lo ha progettato Antonio da Ponte e fino al 1800 e’ stato l’unico ponte sul canal grande.
Lungo 28 metri collega il sestiere di San Polo a quello di San Marco
La leggenda narra che due anziani menagramo scuotessero la testa vedendo il nuovo ponte. Non ci credevano assolutamente che avrebbe retto.
La vecchia avrebbe detto: «che me se brusa la mona se el ponte no casca» (che mi prenda fuoco la vulva se il ponte non crolla). L’uomo avrebbe invece affermato: «che me cressa un’ongia su l’oseo se el ponte no casca» (che mi cresca un’unghia sul pene se il ponte non crolla).
Nulla di tutto ciò è ovviamente accaduto!
Così in due capitelli del Palazzo dei Camerlenghi (costruito ai piedi del ponte per impedire che il peso allontanasse le rive del canal grande) sono stati raffigurati un uomo con una specie di terza gamba unghiuta e una donna con un fuoco in mezzo alle gambe.
Non lontano da Rialto c’è una zona che si chiama “CARAMPANE”.
Il termine “Carampana” significa “Cortigiana”; deriva dal nome della famiglia nobile Rampani, il cui palazzo, Ca’ Rampani, era situato al Castelletto, la zona adibita alla prostituzione. Nel 1500 a Venezia c’erano più di 11 mila cortigiane.
Per esibire la propria “merce” e vendersi al miglior offerente le cortigiane mostravano le proprie grazie sull’ancora esistente Ponte de le Tette.
LA CUCINA VENEZIANA
La cucina veneziana viene dall’acqua ( pesci e molluschi ), dalla terra ( ortaggi, carne e mais ) e dal cielo ( la selvaggina ).
Oltre ad avere la sua identità, la cucina veneziana riflette la lunga storia della serenissima ed è quindi una fusion di culture e usanze di popoli lontani.
Il baccalà mantecato: è una ricetta che ha più di 500 anni. Nel 1432 il mercante Querini, durante una tempesta nel mar Baltico, trovò riparo in un’isola della Norvegia. Gli abitanti del luogo si nutrivano di un pesce che veniva essiccato e aveva eccellenti capacità di conservazione. Quel bastone di pesce ( “stock” – “fish”) era lo stoccafisso che a Veneza si chiama “baccalà”;
Bigoli in salsa: i bigoli sono una pasta fatta a mano simile agli spaghetti, perfetta per sughi di carne e di pesce perchè trattiene molto bene il sugo. La salsa è a base di cipolle e acciughe fatte sciogliere lentamente in olio extra vergine di oliva. Piatto divino, immancabile durante le festività natalizie;
Le Moeche: piccoli granchi pescati in laguna solo in determinati momenti dell’anno, durante la loro fase di muta tra un carapace e l’altro. Sono senza dubbio tra le specialità della nostra tradizione culinaria;
Sarde in Saor: è un piatto a base di sarde condite con cipolle di Chioggia in agrodolce, uva sultanina e, nella versione moderna, anche i pinoli. Vengono spesso servite come cicchetti ( spuntini ) nei bacari veneziani. Il saor è un particolare metodo di conservazione che usavano i pescatori veneziani che avevano l’esigenza di tenere il cibo a bordo per molto tempo o comunque il più a lungo possibile;
Risoto de Go’: è un risotto che si prepara con un pesce tipico della laguna, il Ghiozzo. Questo pesce non è di certo bello da vedere ma è una prelibatezza. Si abbina molto bene ai vini bianchi del veneto di cui siamo molto orgogliosi;
La polenta: nei piatti tipici veneziani la polenta non manca mai ed è abbinata a tutto, pesce, carne, verdura e formaggi;
Fegato alla veneziana: si fanno cuocere le cipolle bianche di Chioggia per una ventina di minuti. Successivamente si cucina il fegato il cui sapore intenso sarà smorzato e addolcito dalle cipolle caramellate;
I molluschi della laguna e del mare: seppie, calamaretti, vongole, cozze, capelunghe, canestrelli, moscardini, fasolari sono alcuni dei molluschi tipici della nostra laguna e del nostro mare.
LA GONDOLA
La gondola è lunga 11 metri e pesante più di 600 kg. E’ l’unica imbarcazione al mondo con queste caratteristiche ad essere manovrata con leggerezza e facilità da una sola persona con un solo remo.
E’ asimmetrica dato che il lato sinistro è più largo di quello destro di 24 cm e quindi naviga sempre inclinata su un fianco.
Ha il fondo piatto: questo le permette di poter superare anche i fondali di pochi centimetri.
Le gondole vengono costruite e riparate negli “Squeri“. L’esperienza, la maestria e l’arte necessarie per la costruzione di una gondola si acquisiscono attraverso molti anni di attività.
Si diventa maestri d’acqua dopo 36 mesi di lavoro e dopo aver sostenuto un esame.
Il ferro a sei punti che sta a prora di ogni gondola simboleggia non solo i sei sestieri della città, ma anche le principali isola della laguna, il canal grande, il bacino di san Marco, il cappello del doge, il ponte di Rialto e l’isola della Giudecca posta a sud del centro storico.
CALLE, FONDAMENTA, PIAZZA, CAMPO, CANALE E RIO
La toponomastica di Venezia non è facile per chi non è del luogo.
Iniziamo subito col dire che a Venezia esiste una sola piazza che possa essere chiamata così ed è la Piazza San Marco: tutte le altre si chiamano campi o campielli, termini che indicano le aree dove sono sorgono chiese o slarghi circondati da edifici.
Il resto?
Calle: strade pedonali con edifici su due lati;
Fondamenta: strada che costeggia un canale;
Ruga: indica una calle molto importante per sue attività commerciali
Canale: via d’acqua importante, ampia e trafficata;
Rio: via d’acqua più stretta, costeggiata da edifici, che separa le isole del centro storico di Venezia.
E’ stato un modo molto gratificante poter intrattenere i miei followers parlando di queste curiosita’ veneziane e spero che queste informazioni possano essere state interessanti anche per voi.
Vi aspetto a Venezia!
Claudia