Professione wedding planner: un lavoro fatto di cuore, freddezza, esperienza e lungimiranza
Ben ritrovati,
oggi voglio confrontarmi con voi su un aspetto molto delicato della mia professione.
Non proprio sempre il mio lavoro è fatto di creatività, progettazione e scelta di belle cose. No no… il mio lavoro è fatto anche di decisioni prese in super rapidità, di sposi che ti arrivano e che ti chiedono soluzioni. Di recente ho avuto una coppia che mi ha chiesto di ( testuali parole ) “portare loro ordine altrimenti non si sarebbero mai sposati”.
L’ordine deve essere prima di tutto mentale ed è questo, insieme ad una buona dose di freddezza, ad avermi permesso di risolvere il problema. Il bello di questo lavoro è proprio l’alternanza di cuore e freddezza a seconda dei momenti e delle situazioni! Alla fine sono uno strumento in mano ai miei sposi in grado di creare, comporre e plasmare i vari pezzi del loro grande giorno ed un’evento, così complesso come quello del matrimonio, necessità di una figura autorevole e carismatica dotata di rilevanti capacità creative ed organizzative.
Per deformazione caratteriale e professionale sono una persona molto esigente, soprattutto con me stessa, e curo ogni minimo particolare per non lasciare spazio a sbavature. Se qualcosa non mi convince, faccio un’analisi più profonda per trovare la soluzione migliore, un po’ come quegli allenatori super meticolosi che passano le giornate a preparare la squadra nei minimi dettagli! Tuttavia, vi svelo un segreto: l’evento perfetto non esiste, così come non esiste la partita perfetta. Il mio compito è quello di arginare l’imprevisto e, se possibile, trasformarlo addirittura in un’opportunità, il tutto sempre con il sorriso e la gioia per il momento che ho creato. Come ci riesco? Cuore, esperienza, passione e lungimiranza.
Qualcuno una volta ha detto “Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”. Lo stesso vale per me: “Creare un grande evento non è importante, è l’unica cosa che conta”, al di là delle tempistiche e delle difficoltà, che non vanno sbandierate nei social ma risolte in silenzio.
Alla prossima,
Claudia